Ero stata assunta da meno di una settimana dalla mia amica Suzanne come cameriera a tempo pieno, eppure ancora non mi toglieva gli occhi di dosso mentre mi piegavo spolverando i mobili, come se volesse intravedere cosa ci fosse tra le cosce. Un giorno poi, mentre passavo l’aspirapolvere sul tappeto del suo salotto, lei mi si avvicinò con fare libidinoso e iniziò ad accarezzarne il manico come se fosse un pene in erezione. La sua mano passò dall’aspirapolvere a me che lo sorreggevo, per poi salire lungo il braccio fino al collo e giù lungo il seno.
La sua mano si fece strada nel corsetto della divisa da cameriera che lei stessa mi aveva dato per lavorare e, lentamente, iniziò ad entrare al di sotto del reggiseno, sfiorando delicatamente il mio capezzolo che reagiva al suo tocco e si inturgidiva.
Mio malgrado mi eccitavo, e mentre lei mi guardava con crescente desiderio, mi prese e mi baciò con passione, facendo scivolare la sua mano lungo l’inguine e giù nella fessura tra le cosce che, ormai umide di eccitazione, accolsero quelle dita che esploravano la mia vagina bagnata. Ci sdraiammo a terra mentre lei baciava ogni angolo del mio corpo, leccando i seni e poi il clitoride, saltando da un punto all’altro di tutte le zone erogene del mio corpo ormai caldo.
Si tolse ogni indumento ma chiese a me di non togliere la divisa che, sbottonata e sollevata, non lasciava ormai più niente all’immaginazione.
Iniziò a leccarmi il clitoride, poi le grandi labbra, poi di nuovo il clitoride e poi ancora l’ano, creando un gioco di piaceri che io stessa non sapevo fermare.
A quel punto lei si mise con le sue gambe tra le mie gambe e iniziò a muoversi su di me e con me, in una danza di godimento mai provato prima di allora che mi portò a non cercare nemmeno di venir meno da quella imbarazzante situazione. La mia amica mi stava violando nell’intimità e a me piaceva da matti…
Si fermò e si mise sul mio viso di modo che potessi leccarla senza tralasciare un singolo centimetro della sua vagina che ormai avevo per intero nella mia bocca.
La mia lingua esplorò quei sapori nuovi e quei piaceri mai provati, senza accorgermi che immersa in questi pensieri, avevo portato all’orgasmo Suzanne, bagnandomi tutta la bocca e parte della faccia con i suoi secreti di goduria. Tornò su di me, regalandomi lo stesso piacere che poco prima io avevo fatto vivere a lei. Sentii in quel momento che un orgasmo così non l’avevo mai provato: mi contraevo in sussulti di piacere puro che si propagavano dal basso ventre a tutto il corpo, inondandomi di una sensazione piacevolissima, intensa ed inimmaginabile. Da allora non ho più smesso di fare la cameriera per la mia amica Suzanne…
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