Erano gli anni Cinquanta e nella nuova America postbellica di Kennedy, agli albori di una società consumistica e industriale, il sesso era argomento tabù relegato alle case chiuse e ai circoli maschili.
Ci voleva un 27enne di famiglia puritana, Hugh Hefner, per fondare un magazine di nuova concezione rivolto un pubblico maschile colto (ma non solo) e che pubblicasse nudi artistici ma anche racconti, reportage e altro materiale non strettamente legato al mondo erotico.
Alla ricerca di uno stile raffinato, soft e patinato, il giovane Hugh Hefner ideò e pubblicò con un piccolo prestito una rivista maschile di nuovo genere, senza sapere che questa avventura che egli stesso disperava avrebbe avuto un futuro, sarebbe diventata in pochi anni la rivista maschile più venduta di sempre, facendo conoscere al grande pubblico dive come Marilyn Monroe.
Tempo qualche anno e il celebre coniglietto con lo smoking, insieme ai paginoni che ritraevano sempre nuove e poco vestite “conigliette“, avevano esportato lo stile e l’immaginario americano in tutto il mondo.
Persino sugli elicotteri Huey che trasportavano le truppe nelle giungle durante la guerra del Vietnam, l’ormai famoso logo capeggiava a risollevare lo spirito dei soldati.
Playboy fu la prima rivista esplicitamente erotica a prendere piede nella bigotta società dell’America degli anni Cinquanta, ed ebbe un ruolo non indifferente nella rivoluzione sessuale che infervorò i giovani americani degli anni Sessanta.
I lettori di questo periodico osé, per la prima volta nella storia dell’editoria erotica, non erano solo ragazzini alla scoperta del sesso, ma professionisti e persino signore dell’alta società.
Nei decenni successivi e fino agli anni 2000, per diversificarsi da riviste concorrenziali che proponevano nudi espliciti di genere hardcore come Penthouse, Maxim e American Hustle, Hugh Hefner preferì virare su toni più softcore dando all’ormai ormai celebre magazine un taglio esclusivo e lussuoso, adatto ad un pubblico di più alto livello colturale.
Attualmente Playboy viene pubblicato in quasi tutti i Paesi occidentali.
Da Anita Ekberg a Charlize Theron, passando per modelle come Bianca Balti a dive del burlesque come Dita von Teese, centinaia di splendide donne si sono offerte senza veli all’obiettivo fotografico di Mr. Hefner.
Ben lungi dall’esaurirsi, il successo di Playboy continua ancora oggi grazie a editori e giornalisti capaci di restare al passo con i tempi, modificando i propri target con proposte sempre nuove sul mondo della sensualità, della femminilità e dell’erotismo, senza mai scadere nella volgarità.
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